Rassegna stampa etica
Camisasca interviene sul tema dell’aborto
- Dettagli
- Creato: 12 Agosto 2020
- Hits: 396

Di fronte alle notizie apparse in questi ultimi giorni in merito all’interruzione volontaria della gravidanza, cioè all’aborto, che verrebbe permesso con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana di gravidanza, esprimo la mia tristezza e la mia totale contrarietà, sulla base di molte considerazioni.
Desidero mettere in luce almeno le più importanti.
1. Purtroppo la depenalizzazione dell’aborto ha portato ad una cultura di morte in cui la decisione della donna di interrompere la gravidanza è sempre più banalizzata e presentata all’opinione pubblica come un qualunque intervento farmacologico. Tra un po’ non si parlerà più di aborto, perché esso sarà “invisibile”, non senza gravi conseguenze per la mamma e per la società.
3. La tristezza nasce in me soprattutto nel leggere alcune affermazioni di parlamentari riportate dai giornali, come ad esempio questa: “Una risposta civile e moderna, che spazza via ogni concezione medievale del ruolo delle donne”. Invece di scegliere la strada dell’aiuto alla maternità, in una situazione di declino demografico che sta mettendo una seria ipoteca sul futuro del nostro Paese, si nasconde ipocritamente l’origine vera di questa decisione: gravare meno sulle strutture ospedaliere, anche a costo di pesanti conseguenze che il Consiglio Superiore della Sanità nelle sue Linee Guida del 2010 aveva riconosciuto come rischiose per la salute della donna.
+ Massimo Camisasca
vescovo di Reggio Emilia-Guastalla